museo della miniera trabia tallarita
4A地址: 暂无
开放时间: 暂无
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景点点评
Splendida struttura museo ricavata da una delle più importanti miniere di zolfo di Caltanissetta. Il paesaggio attorno alla miniera è tipico delle zone interne della Sicilia. Un pezzo di storia importante
L'esperienza a questa miniera è stata emozionante ed interessante, ci ha riportato indietro nel tempo, con la spiegazione della guida e le raccolte iconografiche e video si ha una immagine completa di quel periodo prospero ma sacrificato di coloro che lavoravano e spesso morivano all'interno di quell'inferno, ma in quel periodo non c'era molto da scegliere o la miniera o espatriare!!!
Il Museo è presente in un contesto lasciato nell'abbandono assoluto, per visitare i resti del borgo dei minatori diventa un'avventura. L'interno, organizzato con interessanti istallazioni di artisti della provincia di Caltanissetta e con "nostalgiche" e retoriche foto che grazie al luogo dove sono esposte trovano una certa giustificazione. Il museo rimane "ingabbiato" nella solita metodologia che stentatamente vuole stupire/commuovere. La disposizione grossolana dei "reperti" nonché le istallazioni artistiche risultano banalmente descritte, nel complesso si ha la sensazione di visitare un deposito più o meno ordinato.
In effetti la visita è stata un po di tempo fa.Entrare in un contesto rivivendo quanto succedeva anni fa ascoltando il racconto del custode che ci ha accompagnato guardando le foto scattate all'epoca. Una storia tragica pesante quasi assurda.Peccato che sia poco pubblicizzata, sono cose da far vedere non per far soffrire ma per insegnare a chi oggi vive di agiate condizioni ai giovani sopratutto.
un tuffo nel passato con ricordi nitidi guardando la bella miniera che e' e rimasta affascinante nel suo complesso,la location ti fa venire i brividi a pensare quei bimbi che venivano a lavorare qui, lo consiglio di visitare per ricordare tutto.
bella location, intrigante e desolata nello stesso modo il mio pensiero va alle persone che hanno perso la vita in questo posto
Ripropone un viaggio tra virtuale e reale l'estrazione dello zolfo che avveniva nelle profonde gallerie della miniera.
Museo locale concernant 3 communes dont Sommatino origine des mes parents. Ce n'est pas un grand musée, mais fait avec les moyens locaux. Je ne suis pas impartiales, car ce musée est un écho à notre histoire familiale : 1 oncle est décédé dant cette mine, et plusieurs autres y ont travaillés et ont émigrés en France. Reconstitution à travers des photos, des objets (lampes, paniers, poudre de souffre etc) simulation de descente à la mine etc. Il y a une chronique, des machines importantes notamment deux grosses machines qui sont identique à celles du TITANIC; Il y a des heures d'ouverture, se renseigner d'abord, Sommatino n'est pas une destination touristique ni Riesi ni les villages aux alentours. C'est plutôt un "pélerinage" fait par les anciens émigrés et leurs enfants (dont moi-même). Je ne suis pas impartiale, car j'avais les larmes aux yeux : dans les explications, j'entends mes oncles me raconter leur histoire que je n'ai compris que sur place. Ils avaient une façon de raconter les années passées à travailler dans cette mine tout en plaisantant, et on "rigoler" aussi, en fait c'était pour chasser les démons de leur mémoire et sur place leur histoire a pris tout le sens de la misère et exploitation de l'humain propre à tous les mineurs que ce soit de Sicile ou d'ailleurs. Je comprends que certains ont trouvé léger ce musée, mais pour nous fils ou fille d'émigré c'est très émouvant et impressionnant. Ne pas oublier que la richesse de ces petites villes est limitée, et que les habitants font avec coeur tout leur possible pour que l'on n'oublie pas ni nos racines, ni notre hitoire. J AI AIME. CIAO A TUTTI LES SOMMATENARE
trovarlo è un'impresa....davanti al museo c'è uno striscione tipo quei bandieroni pubblicitari tutto sbiadito e mezzo strappato.....dovrebbe essere quella l'indicazione..all'ingresso due persone delle quali una più o meno sapeva cosa c'era nel museo....due macchine per produrre elettricità(interessanti in una miniera)...qualche campione di minerale....ma, di quello che poteva interessare( ascensori ingressi alle miniere alloggi)solo un ammasso di sterpaglie ruggine polvere e anche eternit.....forse c'era bisogno di creare un altro ente benefico per dare il posto a qualche amico....in Italia di cose così sinceramente NON NE SENTO LA NECESSITA'.....deprimente e desolato...
Invogliati dalle informazioni riportate sul sito del museo e dalle ottime recensioni di tripadvisor abbiamo deciso di visitare la miniera un lunedi di inizio agosto. Avevamo il dubbio che fosse chiusa ma dopo aver avuto rassicurazioni telefoniche dalla direzione che il sito era aperto siamo andati. Inesistenti le indicazioni stradali, siamo arrivati utilizzando il navigatore ed abbiamo trovato uno spettacolo spettrale e il portone chiuso. Dopo aver bussato ripetutamente ci appare un gentilissimo signore che ci dice che il museo è chiuso(!?) ma che era disposto ad accompagnarci "visto che siete qui. " Dopo aver pagato regolarmente il biglietto (4 euro a testa) all'interno la delusione è stata enorme: a parte delle fotografie d'epoca molto belle, delle opere di artisti contemporanei ispirate alla vita della solfara e un video di dieci minuti che descrive la giornata tipo dei minatori, niente di più, solo quattro stanzoni abbastanza anonimi. Niente di quello che era promesso sul sito. Fuori tutta la zona circostante è lasciata totalmente abbandonata agli sterpi e all'incuria, abbiamo potuto raggiungere il suggestivo borgo dei minatori (o meglio quello che ne resta) solo perchè abbiamo un fuoristrada. Peccato. Un grazie va comunque alla nostra "guida per caso" per la disponibilità offertaci
Frutto dell'impegno di persone che intendono non lasciar svanire le memorie dei trascorsi lavorativi siciliani, fatto di zolfo, alta ingegneria e duro sfruttamento, lotte operaie, improvvise fortune e rapidi tracolli. Con reperti miralogici, decrizioni delle modalità e degli stadi dell'attività estrattiva anche con esperienze multimediali.veramente da non perdere
La recensioni precedenti alle mie spiegano in maniera estremamente dettagliata la storia che in questo museo si racconta.Il difficile da raccontare è l'impatto emotivo che questa esperienza ti lascia.Per quanto valga, poche attrazioni mi hanno lasciato un'emozione così forte e struggente come la visita a questo museo dai percorsi multisensoriali. La Sicilia offre centinaia di luoghi magnifici e turistici da visitare ma questo è molto di più. Visitatelo assolutamente.
Questo straordinario museo sulle solfare, ovvero le miniere di zolfo, mostra con reperti, documentari, foto, quanto estreme fossero le condizioni del lavoro nella Sicilia dell'otto-novecento. Infatti lo zolfo (l'oro della Sicilia) era estratto a mano, in miniere sotterranee profonde centinaia di metri a condizioni disumane e rischiose, da persone (anche bimbi di 6-7 anni, i carusi) che rimanevano anche settimane continuative sottoterra, lavorando 12-14 ore al giorno. Le condizioni sono state descritte da opere memorabili di Pirandello e Verga. Nei dintorni del museo si possono ancora vedere i tralicci da cui i minatori si calavano in profondita'.La visita è ancora piu' interessante per la presenza di opere di artisti che interpretano questo triste connubio tra lavoro e condizione umana.Il personale del museo è molto disponibile a testimonianze e approfondimenti: nel nostro caso il sig. Gaetano ci ha accompagnato durante tutta la visita, commentando con passione e conoscenza tutto il percorso museale.
Consiglio di visitarlo, un tuffo nel passato, come era duro il lavoro della miniera. Adatto per le scuole con sezioni multimediali.
L'area centro-meridionale della Sicilia, a cavallo tra le provincie di Caltanissetta e Agrigento, da tempo immemorabile e fino alla prima metà del 900 era nota per le innumerevoli miniere di zolfo, estratto - a mano - attraverso gallerie orizzontali intersecate da pozzi che scendevano nelle viscere della terra e contenevano i montacarichi con cui il minerale veniva trasportato alla superficie e gli impianti di areazione. Il lavoro era durissimo, con turni per i minatori - spesso soggiornanti nel sottosuolo - di 15 gg. Il minerale estratto - mai puro - veniva poi posto in fornaci ( calcheroni ) che riscaldate lasciavano colare lo zolfo purissimo nelle caratteristiche forme rettangolari ( le "balate " ); queste utime venivano poi trasportate ai porti di imbarco ( principalmente, Porto Empedocle ) da dove poi lo zolfo veniva spedito in tutto il mondo. Al metodo classico dei "calcheroni", si aggiunse in seguito ad inizio 900 il medoto " Gill", metodo che prevedeva la fusione direttamente in forni di refrattario. Il residuo della fusione ( in siciliano, "ginisi" ) veniva poi utilizzato come sottofondo di strade prima dell'asfaltatura.Nel territorio di Caltanissetta avevano sede alcune tra le più note miniere ( Bosco, Gessolungo, Trabonella, Trabia Tallarita, Grottacalda ecc ) alcuni di questi siti sono ancora visitabili, e immediatamente identificabili per le torri degli ascensori (simili ai derrik degli impinti petroliferi ) in corrispondenza dei pozzi.Una tra le più importanti miniere era la Trabia Tallarita, in tenimento di Riesi. I magazzini e le officine della miniera sono stati trasformati in interessantissimo museo, con testimonianze della vita dei minatori ( attrezzi, officine, mezzi estrattivi, esemplari di minerale ) , supporti audiovisivi, e supporti multimediali che fanno rivivere nella realtà virtuale la discesa nel pozzo e il lavoro del minatore. Purtroppo trovare il sito non è facile; non vi sono infatti le solite indicazioni turistiche, ma bisogna recarsi a Riesi e da li prendere la statale per Sommatino. Fatti alcuni chilometri, si vedono i possenti resti dei fabbricati al servizio della miniera. Tutt'intorno il paesaggio è lunare, con i resti delle fusioni di zolfo ammonticchiati per chilometri e chilometri ( se dotati di fuoristrada, si può percorrere un sentiero appena tracciato ) . La visita è accompagnata da un gentile addetto, che illustra quanto esposto e aziona i supporti audiovisivi e multimediali; la visita dei padiglioni necessita di due ore, il percorso esterno 15- 20 minuti in fuoristrada o un'ora a piedi.Una particolare notazione: il "guest-book" è pieno di frasi in francese, inglese e tedesco di figli o nipoti di minatori che hanno lavorato alla " Trabia", e che hanno lasciato la Sicilia man mano che le miniere si sono chiuse; alla fine degli anni 60, anche l'ultima zolfatara siciliana ha dovuto cessare l'attività, divenuta antieconomica in quanto prevalentemente manuale.Decisamente interessante la riqualificazione del sito a fini turistici e informativi su una delle industrie che ha dato pane a centiniaia di migliaia di siciliani, e auspicabile ( e opportunamente pubblicizzato ) la creazione di un "circuito delle miniere" che non disperda il patrimonio culturale di diverse generazioni.E' giusto che i giovani vedano - anche attraverso i musei e l'archeologia industriale - quale era la vita dei minatori fino a 60/70 anni fa.