abbazia cistercense
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景点点评
This Medieval cathedral reminds you of the Puy-du-Dome Cathedral in France. Essential, no thrills but with a great atmosphere.
San Martino e' uno dei gioielli nas osti del nostro paese, pur se a breve distanza da ViterboGia' la collocazione geografica e' magnifica, appunto tra lo splendore naturale di Viterbo e le bellezze naturali del monte omino. E del vicinissimo lago di vicoA chiesa abbaziale e' un gioiello del gotico cistercense, gemello delle abbazie disossano a e di casa ari nel. Asso LazioLe strutture abbaziali sono state assorbite da paese, ma è' un vantaggioInfatti si tratta di una città' di fondazione del 600. Voluta dalla signora feudale, la celebre donna Olimpia, la terribile pimpa della tradizione romana, legata a non ricordo quale papà del 600La famiglia aveva la base a piazza navi a, ma qui era il feudoDa notare le casette operaie, alle spalle dell'abbazia, rarissimo e precoce esempio di architettura popolare
Abbiamo visitato questa Abbazia grazie ad un caro amico che ci ha fatto da guida permettendoci di scoprire sia la storia dell' Abbazia che di tutto l'abitato di San Martino. Consiglio di visitare l' Abbazia con l' ausilio di una guida ,vi permetterà di osservare tutto con occhi diversi e di apprezzare particolare che altrimenti rimarrebbero sconosciuti. Una bellissima esperienza!
in occasione della festa della castagna a San Martino, abbiamo avuto modo di fare la visita guidata all'abbazia: molto bravo il bibliotecario che ci ha accompagnato e che ci ha svelato tanti piccoli dettagli: in effetti, l'abbazia vista con gli occhi di un esperto ha tutt'altro valore!
L'abbazia merita una visita sia per chi si trova a Viterbo, sia per coloro i quali sono nei pressi del Lago di Vico. Dista infatti da entrambi massimo un quarto d'ora. La vera perla però è il "museo dell'abate", un gioiello di arte nascosto dietro una piccola porta. Per visitarlo chiedere al parroco, nella speranza di trovarlo. Lui, lì dal '73, ci ha raccontato la storia di questo meraviglioso posto. Non vi svelo altro, semplicemente lasciatemi dire che è assolutamente da non perdere.
La scenografia e la posizione dell'abbazia sono unici nel loro genere: domina la cittadina dall'alto e racconta la sua storia che và dall'anno mille all'anno 1650 quando la cittadina fu fondata da donna Olimpia Maidalchini
un luogo dove la sacralità si respira, insieme agli strascichi di medioevo... uscendo dalla porta, con la croce alle spalle, ti affacci sulla terrazza panoramica, che al tramonto lascia un sussulto al cuore...
Non si può non fare la faticosa salita per ammirare questa abbazia. Posizionata sul punto alto del paese, per fortuna sono riuscita a visitarla. Affascinante in tutto e per tutto.Da non perdere.
Il paese è piccolino e a pochi km da Viterbo. noi abbiamo soggiornato in un'hotel (Balletti Park Hotel) in questo paese e siamo stati molto bene. Abbiamo mangiato sempre cose locali e si mangaia molto bene. Il paesaggio va dalla montagna al lago in pochi km. Ottimo punto per visitare questi territori e spettacolari giri in moto.
Il borgo della frazione di San Martino al Cimino è molto carino e in posizione panoramica su Viterbo e dintorni. È pieno di ristorantini e vi sono due parcheggi all'interno delle mura
Il paesino è molto particolare, ci hanno raccontato che rappresenti un simbolo di urbanistica di elevato spessore.In pratica vedrete come sono nate le prima "case popolari", costruite da Donna Olimpia Maidalchini per il proprio popolo.Nel paese svetta un'imponente abazia.Vale la pena visitarlo anche se si è solo di passaggio.Passando attraverso il paese potrete raggiungere in 2 minuti il Lago di Vico, assolutamente un percorso da fare in moto per le sue strade spettacolari tra i boschi.
Questa è un'abbazia molto bella e imponente. E' stata restaurata e portata a questo splendore da Donna Olimpia Maidalchini che proprio per esserne stata la benefattrice ha il privilegio di essere sepolta all'interno della chiesa.
Tra i mille panorami e costruzioni antiche della Tuscia, il borgo e l'abbazia di San Martino al Cimino non possono essere assolutamente trascurati. Se si arriva da Viterbo - da porta Romana - sono circa 5 km di costante salita. Conviene parcheggiare vicino alla porta che si apre sulla cinta muraria, e percorrere a piedi la strada che porta alla sommità del borgo, dove si staglia l'abbazia. All'esterno notiamo le due grandi torri campanarie del '600, la grande vetrata della facciata e i resti del chiostro sul fianco sinistro all'altezza dell'abside. Splendido interno piuttosto luminoso, con dipinti e sculture tombali realmente interessanti. Ma l'atmosfera complessiva della costruzione e del panorama che la circonda sono le caratteristiche che colpiscono di più il visitatore: da una parte i boschi dei Cimini, dall'altra la pianura verso il capoluogo. E continuano ad emozionare anche chi - come me - è passato per San Martino parecchie volte. Per finire un giro intorno per il borgo all'interno delle mura si può fare in poco tempo.
Davvero bella e imponente si innalza nel piccolo borgo feudo della potentissima famiglia Pamphili. Completamente o quasi rinnovata nel '600 con interventi anche del Borromini. Affascinanti i resti dell'antica costruzione. Particolare la facciata antica con le torri seicentesche.Merita una sosta davvero
Giornata uggiosa ai primi di Novembre. Al termine della Messa mi avvio in sagrestia per chiedere (prontissimo ad un comprensibile diniego) se posso visitare la sala capitolare, che avevo osservato chiusa nei pressi dei ruderi del chiostro.Un signore anziano si guarda intorno per vedere se c'è ancora 'lo storico', ammiccandomi che si tratta di un vero esperto che le sa tutte.Niente di più vero! Il fascino di un luogo dipende all'ottanta per cento dalla guida. Lo ' storico', che in seguito si è detto il bibliotecario dell'abbazia ha fatto presto a radunare una ventina di interessati conducendoci allo scriptorium, alla sala capitolare, agli angoli piùinteressanti della costruzione, illustrandocene le fasi, i materiali costruttivi, le curiosità e gli errori di costruzione fino al determinante intervento risanatore del Borromini. La sua spiegazione si è estesa alla storia del borgo e della località, diverticolo della Francigena e principato dei Panfili, potente famiglia della Roma rinascimentale papalina. Ci ha fatto vedere i libri antichi spiegandoci inchiostri e supporti; ha divagato sulle caratteristiche della illuminazione degli ambienti, vero fattore determinante dell'architettura.Ha fatto rispettosamente le bucce alla guida del Touring a proposito degli autori degli affreschidella sala del Capitolo.Il tutto, senza pagare un biglietto che avremmo volentieri corrisposto per questa visita perfetta!